Rinoplastica: casi di secondaria in aumento a causa del risparmio sui costi

RINOPLASTICA COSTI SECONDARIA

Rinoplastica: casi di secondaria in aumento a causa del risparmio sui costi

Rinoplastica è una delle parole più ricercate in Rete da chi intende sottoporsi ad un intervento chirurgico per migliorare estetica e funzionalità del naso. Le domande rivolte dagli utenti sono le più disparate, dal naso insellato alla correzione della punta del naso, passando per gli interventi di rinoplastica secondaria a quelli non chirurgici, oltre ovviamente al costo di una rinoplastica.

Una gran confusione, insomma, che spesso disorienta chi è interessato a questo tipo di intervento, e che per una ricerca di risparmio finisce per affidarsi alle mani sbagliate. A fare chiarezza sull’argomento, può aiutarci soltanto un esperto.

E a sciogliere i dubbi intorno alla questione, ci pensa in questa intervista il professor Valerio Cervelli, chirurgo estetico e Direttore della Cattedra della Scuola di specializzazione in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

Rinoplastica oggi, dal perfezionismo al rischio di reintervento: cosa dice l’esperto

Professor Cervelli, il sesso maschile si sta avvicinando sempre più alla chirurgia estetica. In particolare, in Rete aumentano le ricerche sugli interventi della faccia. Quali caratteristiche dovrebbe avere secondo lei la rinoplastica perfetta per un uomo?

RINOPLASTICA COSTI SECONDARIA
Nella foto, il professor Valerio Cervelli

Nell’uomo come nella donna non può esistere un concetto universale di “perfezione”. Nel nostro campo ci troviamo spesso a inseguire degli ideali di bellezza ai quali siamo abituati fin dalla nascita: nel caso della rinoplastica ad esempio il cosiddetto nasino “alla francese”.

La società però sta cambiando, ci si sta muovendo sempre più verso forme non convenzionali di bellezza, in cui anche il difetto, se non eccessivo, svolge un importante ruolo distintivo della nostra identità.

Ritengo quindi che una rinoplastica possa essere ritenuta perfetta quando ha il fine di migliorare l’estetica del naso ma senza stravolgere i nostri tratti distintivi e che venga eseguita nel rispetto della sua funzionalità, quindi della respirazione. Un naso bello deve anche essere un naso che respira bene.

Oggi si parla molto di rinoplastica non chirurgica. Che cos’è?

Con rinoplastica non chirurgica si intende la possibilità di mitigare piccole imperfezioni del profilo del naso mediante l’infiltrazione in punti strategici di piccole quantità di acido ialuronico. Può essere uno strumento utile in pazienti che vogliono apportare piccoli miglioramenti senza ricorrere ad un intervento di rinoplastica. D’altro canto non conferisce un risultato permanente ed è da evitare in casi in cui la particolare gravità del difetto può essere corretta soltanto mediante un intervento di rinoplastica.

Esistono ormai delle app in grado di fornire delle simulazioni del prima e dopo la rinoplastica. Cosa ne pensa di questa pratica?

Può essere uno strumento utile in corso di visita per facilitare l’aspetto comunicativo con il paziente ma va usata con cautela e mai con una fine di “convincimento” in quanto il risultato finale dipende da numerosi fattori, anche indipendenti dalla tecnica chirurgica. Pertanto, va utilizzato esclusivamente come modello ideale da perseguire e non come garanzia di risultato.

In molti si chiedono: per la rinoplastica è meglio l’anestesia locale o totale?

Solo l’anestesia generale consente di effettuare l’intervento in sicurezza in tutte le sue fasi, oltre che consentire al chirurgo di operare nelle migliori condizioni. L’anestesia locale può avere un senso in una piccola minoranza di pazienti in cui è necessario agire in minima parte sulla componente cartilaginea e non sulla totalità della piramide nasale. Inoltre l’anestesia generale è anche più sicura in quanto permette all’equipe medica di mettere rapidamente in atto tutte le procedure necessarie in quei rari casi si verifichi una complicanza di qualsiasi tipo.

Perché è importante utilizzare i tamponi dopo una rinoplastica?

I tamponi sono importanti in particolare a seguito di interventi che riguardano il setto e i turbinati nasali in quanto svolgono una funzione emostatica e di stabilizzazione importantissima nell’immediato post operatorio. Esistono inoltre tamponi in silicone cavi all’interno che permettono comunque di respirare da subito dopo l’operazione. Si può evitare il posizionamento dei tamponi quando l’intervento non ha coinvolto il setto nasale o i turbinati.

C’è chi vuole intervenire sul “naso a patata”, chi invece chiede di intervenire sulla punta del naso troppo grossa: insomma, interventi per migliorare l’estetica. Lei cosa consiglia in questi casi?

Quello che consiglio generalmente è di approcciare sempre il naso nella sua totalità. Raramente è possibile agire su di una sola componente. Quindi, qualsiasi intervento di rinoplastica richiede un accurato planning pre-operatorio finalizzato al raggiungimento del giusto equilibrio tra le varie componenti della piramide nasale che potremmo paragonare ad uno sgabello a tre gambe: se si modifica anche di poco una delle tre gambe è necessario adeguare anche le altre.

Le tre gambe del naso sono:

  1. i tessuti molli;
  2. la cartilagine,
  3. l’osso.

La rinoplastica non è soltanto un intervento estetico: è soprattutto un’operazione funzionale che innalza la qualità della vita.

Assolutamente. Nel campo della rinoplastica è sempre esistito una sorta di binomio tra la rinoplastica funzionale e la rinoplastica estetica. Oggi questa distinzione è superata in quanto è universalmente accettato che questi due aspetti vadano sempre approcciati insieme come un unico intervento e che, a meno che l’intervento non sia finalizzato esclusivamente al miglioramento funzionale, qualsiasi rinoplastica estetica debba presupporre sempre la salvaguardia della funzionalità respiratoria.Possiamo anche andare oltre questo concetto sottolineando ancora che un naso bello è anche un naso che respira bene.

In caso di un intervento sbagliato, c’è la possibilità di sottoporsi ad una rinoplastica secondaria. Cosa consiglia a chi sceglie di operarsi di nuovo?

Il numero delle rinoplastiche secondarie è attualmente in grande aumento sia per l’aumento delle aspettative dei pazienti ,ma anche per l’aumento del numero dei pazienti che spesso si sottopongono a questo intervento in strutture non adeguate per poter risparmiare sui costi.

Agire su un naso già operato aumenta notevolmente la difficoltà dell’intervento chirurgico. Il consiglio che mi sento di dare ad un paziente, a maggior ragione se si sottopone più di una volta a questo tipo di intervento, è di rivolgersi ad uno specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica o in specialità equipollenti come l’ Otorinolaringoiatria e la Chirurgia Maxillofacciale  che abbia maturato esperienza sufficiente nell’ambito della Rinoplastica e che operi in sicurezza in strutture adeguate.

Attualmente ben oltre il 50 % delle rinoplastiche che opero sono secondarie e spesso mi trovo ad affrontare problemi che richiedono il prelievo della conca auricolare oppure di cartilagine costale.

Per richiedere una visita con il professor Valerio Cervelli, è possibile compilare il form di contatto cliccando su questo link