Chirurgia Rigenerativa

La nuova frontiera della Chirurgia Plastica: la “Chirurgia Rigenerativa”

L’equipe guidata dal Prof. Valerio Cervelli è pioniera nell’utilizzo delle tecniche fornite dalla Medicina e Chirurgia Rigenerativa  come testimoniato dalle numerose pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed internazionali fino ad oggi prodotte.

D’altro canto il progressivo incremento dei traumi della strada registrato negli ultimi anni, l’invecchiamento della popolazione e le sempre più frequenti patologie ad esso correlate richiedono alla medicina lo sviluppo di metodiche mirate alla riparazione, o nella migliore delle ipotesi alla rigenerazione di tessuti ed organi come possibile alternativa alla loro terapia o sostituzione.

Pertanto per tutti coloro che siano affetti da gravi ferite che stentano a rimarginarsi esitate da traumi stradali o patologie destruenti, soprattutto quando abbiano provocato importanti deficit a carico sia di tessuti duri (come nelle fratture del massiccio facciale e delle strutture ossee dei vari distretti corporei)  che dei tessuti molli (come nelle gravi perdite di sostanza e negli esiti cicatriziali che ne derivano), sono disponibili oggi queste nuove metodologie figlie della più alta ricerca in campo medico, finalmente in grado di fornire valide opzioni terapeutiche degli esiti di patologie oncologiche o destruenti che spesso residuano in deformità poco accettate dal paziente.

Medicina e Chirurgia Rigenerativa: applicazioni e metodi d’impiego in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica.

La Medicina e la Chirurgia Rigenerativa insieme rappresentano le più recenti applicazioni delle scienze in campo medico, con l’obiettivo e la finalità di restituire funzione e integrità a parenchimi e tessuti danneggiati, tentando di sfruttare le potenzialità di rigenerazione insite nell’organismo stesso.

L’approccio relativamente “poco invasivo” consente al paziente di avere un decorso post-operatorio rapidissimo, utilizzando le proprie cellule e tessuti ed evitano quindi tutte le sequele e le complicanze connesse al posizionamento di protesi e impianti Questo riduce lo stress fisico e psichico e accelera i processi di guarigione, che notoriamente risentono negativamente dei mediatori endogeni prodotti dallo stress.  Tre sono gli elementi fondamentali utilizzati nella Chirurgia Rigenerativa: i biomateriali sintetici,le cellule staminali ottenute dal tessuto adiposo e da altri tessuti, i fattori di crescita contenuti nelle piastrine e altri emoderivati. Sia le cellule staminali che le piastrine vengono prelevate dallo stesso paziente, attraverso un’autodonazione. Nel caso di interventi sul tessuo osseo, come ad esempio il trattamento di disodontiasi, brecce alveolari, fratture e perdite di sostanza di varia natura edentità, un utile strumento risulta essere il PRP (platelet-rich-plasma). Il PRP  è un concentrato di piastrine ottenuto da un prelievo di sangue periferico, che viene sottoposto a una specifica centrifugazione, al termine della quale si otterrà plasma ricco di piastrine e fattori di crescita. Tale concentrato è caratterizzato da un elevato contenuto di fattori di crescita di varia natura che, rilasciati localmente nel tessuto danneggiato, promuovono un “boost rigenerativo” capace di attivare le cellule atte alla riparazione tissutale.

Per la rigenerazione dei tessuti molli, quando danneggiati dall’invecchiamento o dalle radiazioni solari, da agenti chimici e fisici, da patologie vere e proprie o traumi, il PRP trova ancora una volta ampio campo di utilizzo. Esso può essere utilizzato da solo nel caso della Biorivitalizzazione del volto e delle mani o in associazione al tessuto adiposo ricco di cellule staminali, anch’esse capaci di grande attività rigenerativa. In questo caso il paziente viene sottoposto a prelievo di tessuto adiposo mediante una piccola lipoaspirazione, generalmente in regione addominale o a livello di fianchi e cosce come da suo desiderio.

Il tessuto ottenuto viene anch’esso sottoposto ad una specifica centrifugazione al termine della quale si otterrà tessuto adiposo purificato che verrà addizionato al PRP precedentemente ottenuto.

Il tessuto adiposo in associazione al PRP verrà innestato attraverso delle microiniezioni nelle regioni deficitarie, come nelle depressioni cutanee post-traumatiche o iatrogene, nelle emiatrofie facciali, negli esiti cicatriziali, nelle perdite di sostanza, nelle ulcere, e utilizzato nell’ambito della chirurgia estetica mini-invasiva nel ringiovanimento facciale. L’obbiettivo è quello di accelerare i processi di guarigione e di effettuare una ricostruzione tridimensionale dei tessuti danneggiati.

La Medicina e la Chirurgia Rigenerativa trovano pertanto grande impiego anche nella terapia di gravi ferite che stentano a rimarginarsi e nelle ulcerazioni croniche. Rischi, complicanze e modalità cui il paziente deve far fronte sono rispettivamente quelle di un prelievo di sangue e, nel caso di tessuto adiposo, di una liposuzione classica.

Oltre al PRP, Chirurgia e Medicina Rigenerativa si avvalgono di diverse tecnologie e metodiche quali:

Con il termine generico di biotecnologia si intende un’applicazione tecnologica che utilizza sistemi biologici, organismi viventi o loro derivati, per produrre specifici prodotti o processi.

Va da sé che in tale disciplina ci siano campi di applicazione che vanno dalla medicina all’ingegneria.

Tra le applicazioni derivate dalle conquiste in campo biotecnologico, l’ingegneria tissutale riveste un ruolo importantissimo: essa permette di produrre in laboratorio, a partire molecole organiche più semplici, tessuti e, in futuro non molto lontano, organi in grado di sostituire o migliorare la funzione di quelli danneggiati da malattie o degenerazioni di varia natura.

Ad esempio la possibilità di espandere o modificare in vitro la cute creando vere e proprie “banche della cute” non è più un’utopia: individui con gravi ustioni o perdite cutanee di varia eziologia possono beneficiare di tali preziosi presidi.

Oltre alla cute, molti sono gli strumenti fornitici dalla bioingegneria per proteggere le ferite accelerandone  la guarigione (le cosiddette medicazioni avanzate), i materiali per la produzione di dispositivi protesici e di fissazione ossea a sempre più elevato grado di biocompatibilità, fino ad arrivare ai complessi macchinari extracorporei e agli organi artificiali, ad oggi ancora grossolani se paragonati ai fratelli “naturali” eppure utilissimi qualora una insufficienza di un organo nel vivente metta a rischio la vita dell’individuo.

Tra le conquiste ancor più avvenieristiche troviamo, ancora, i sostituti ossei o i materiali di impianto capaci di sostituire i denti, fare da involucro alla rigenerazione neuronale post-traumatica, farmaci biologici ad altissima specificità di target e l’utilizzo dei cosiddetti nanofarmaci, piccole “macchine” molecolari capaci di eseguire azioni complesse all’interno di cellule e tessuti.

In questo florido panorama in continua evoluzione, la Chirurgia Plastica raccoglie moltissimi strumenti atti a fronteggiare le sfide oncologiche, ricostruttive ed estetiche sempre più esigenti che le si propongono.

Parlando di cellule staminali, argomento attualissimo di dibattito nel mondo scientifico nonché nell’opinione pubblica e nella politica, molte sono le fascinazioni e i pareri lontani dalla verità scientifica.

Biologicamente è possibile definire le cellule staminali come cellule indifferenziate che possono agire da precursori di un clone di cellule differenziate, cioè una progenie di cellule geneticamente identiche tra loro, ma in grado di mantenere la capacità di autorinnovarsi tal quali per produrre poi altre cellule staminali identiche.

Si tratta quindi di cellule non differenziate, o non specializzate. Tali cellule sono geneticamente in grado di esprimere geni appartenenti a diverse linee cellulari che da esse derivano. Il fenomeno della differenziazione  è infatti legato a fenomeni di silenziamento di porzioni del genoma che non vengono più espresse. Queste cellule possono riprodursi in maniera pressochè illimitata e indirizzarsi verso ciascuna progenie cellulare tipica dei vari organi. Possono essere totipotenti, pluripotenti o unipotenti a seconda del grado di differenziazione raggiunto.

Infatti l’iter differenziativo  delle cellule, da staminale a differenziata, è un cammino a più step intermedi, in cui il grado di capacità di esprimere geni diversi si riduce progressivamente.

La cellule staminali sono localizzate in vari tessuti, dei quali costituiscono una sorta di “riserva rigenerativa” utile nei casi in cui sia necessario fornire nuove cellule differenziate all’interno del pool derivante da una determinata cellula staminale.

Tra i tessuti oggi più usati come fonte di cellule staminali in Chirurgia Plastica, possiamo certamente annoverare la cute, il sangue periferico e il tessuto adiposo, che ricco di cellule staminali mesenchimali, è in grado di favorire la rigenerazione dei tessuti molli o danneggiati.

Tra le diverse metodiche impiegate nella RIGENERAZIONE E RIPARAZIONE dei tessuti, alcuni dei ritrovati più recenti e promettenti sono certamente il gel  piastrinico e, con esso, i Fattori di Crescita.

Il gel piastrinico è una metodica che consente l’utilizzo di fattori di crescita contenuti nel Plasma ricco di piastrine (PRP o Platelet Rich Plasma -il risultato di una procedura di ultrafiltrazione del sangue-) per accelerare i processi di guarigione iniziali e tardivi dell’osso, dei tessuti molli, e in generale di diversi tessuti ed organi.

Esso si ottiene tramite un piccolo prelievo di 18cc di sangue venoso periferico direttamente dal paziente prima del suo ingresso in sala operatoria, con l’assistenza di un medico di Medicina Trasfusionale. Può essere utilizzato da solo o in combinazione con un innesto di tessuto adiposo.

Viene impiegato “da solo” in interventi di demolizione del distretto maxillo-facciale, nelle gravi perdite di sostanza ossea che portano a disodontiasi, nell’implantologia qualora non vi sia tessuto osseo a disposizione per il posizionamento degli impianti, nell’edentulia, nel rialzo del seno mascellare e nelle brecce alveolari.

Invece, in combinazione con innesti di tessuto adiposo centrifugato (contenenti cellule staminali mesenchimali), il gel piatrinico trova indicazione nel trattamento di ulcere da decubito, piaghe croniche e a lenta guarigione, ulcere trofiche e vascolari degli arti inferiori, perdite di sostanza post-traumatiche, emiatrofie facciali e Sindrome di Romberg, esiti cicatriziali, esiti di ustione, ricostruzioni mammarie e in chirurgia estetica mini-invasiva.

Campi di applicazione del Gel Piastrinico
I campi di applicazione del Gel Piastrinico sono diversi:

CHIRURGIA MAXILLO FACCIALE
Utilizzo di solo Gel Piatrinico

  • Disodontiasi
  • Implantologia
  • Edentulia
  • Rialzo del seno mascellare
  • Trattamento delle brecce alveolari
  • Chirurgia post-estrattiva
  • Ricostruzione dello scheletro cartilagineo nasale
  • Consolidamento di fratture del massiccio facciale

CHIRURGIA PLASTICA RICOSTRUTTIVA
Utilizzo di Gel Piatrinico unito o meno con tessuto adiposo

  • Ulcere da decubito
  • Piaghe croniche di varia natura e con diversa localizzazione
  • Ulcere trofiche e Vascolari
  • Ulcere degli arti inferiori
  • Perdite di sostanza post-traumatiche anche con difetti di consolidamento osseo o deficit volumetrici
  • Emiatrofia facciale
  • Sindrome di Romberg o altri dismorfismi sindromici
  • Esiti cicatriziali    
  • Esiti di ustione
  • Ricostruzione mammaria
  • Lichen scleroatrofico sistemico o localizzato ai genitali esterni
  • Quadri di deficit volumetrico muscolocutaneo esitati da traumi, patologie o interventi chirurgici
  • Sclerodermia

CHIRURGIA PLASTICA ESTETICA
Utilizzo di Gel Piatrinico unito o meno al tessuto adiposo

  • Biostimolazione (utilizzo di solo gel piastrinico)
  • Ringiovanimento facciale
  • Incremento volumetrico dei tessuti molli
  • Aumento di volume degli zigomi
  • Aumento di volume delle labbra
  • Miglioramento delle Rughe
  • Riduzione degli effetti dell’invecchiamento
  • Riempimento e Miglioramento del solco-nasogenieno
  • Miglioramento della regione peri-labiale
  • Miglioramento dei profili facciali
  • Trattamento della “tear trough deformity” sottopalpebrale
  • Miglioramento delle rughe perioculari
  • Ringiovanimento dei genitali esterni femminili

Il Re-Cell o Spray Cellulare è una tecnica innovativa di trapianto autologo di cute finalizzato a trattare le macchie chiare della pelle, come nel caso della Vitiligine stabilizzata, delle Cicatrici da ustione, di varie forme di leucoderma, soprattutto quando presenti in zone corporee critiche (viso, mani, genitali). Si tratta di una procedura semplice con bassi rischi per il paziente, dal quale, tramite un piccolo intervento ambulatoriale in anestesia locale  (biopsia cutanea di 1 – 2 cm2 prelevata in aree corporee nascoste dello stesso paziente ), si preleva un minimo quantitativo di cute. Con la metodica RE-CELL si produce una sospensione di cellule cutanee che viene vaporizzata ed applicata sotto forma di “spray” su una superficie cutanea lesionata, chirurgicamente preparata. Queste cellule, come dei microinnesti, attecchiranno ripristinando lo strato cutaneo leso.

I rischi e le complicanze connesse all’intervento sono quelli relativi al piccolo prelievo di cute, eseguibile in tempi ridottissimi, che potrebbe esitare in macchie o piccole cicatrici, facilmente nascondibili e quindi invisibili.

L’estrazione e l’innesto di cellule staminali mesenchimali può essere realizzata attraverso separatori cellulari. Tali dispositivi sono in grado di suddividere e raccogliere in “contenitori” diversi le differenti componenti cellulari presenti all’interno dei vari tessuti da separare, nello specifico sangue o tessuto adiposo.

Per quanto riguarda il tessuto adiposo, la procedura si effettua eseguendo una normale lipoaspirazione e, successivamente, il grasso prelevato viene diviso in due quote: una prima porzione viene posizionata nel separatore cellulare che provvederà a estrarre le cellule staminali mesenchimali, mentre, successivamente, una seconda porzione di grasso verrà addizionata alle suddette cellule staminali così da poter essere innestato mediante microaccessi cutanei e microcannule nelle zone da trattare.